Ci sono barche che, per un motivo o per un altro, entrano di diritto nella storia della nautica mondiale.
Che siano vascelli storici, velieri, ketch o yawl, o dei semplici gusci di noce, di qualsiasi dimensione e di qualsiasi età e nazionalità.
E quando si incrocia il nostro sguardo con la loro prua, non si può fare altro che togliersi il cappello e ammirarle in silenzio.
Tra queste ci sono unità che sono delle piccole autentiche perle e le quali hanno permesso (e che tutt'oggi permettono) la diffusione della nautica da diporto anche al di fuori dei salotti più abbienti della società.
Per scoprire il primo gioiello che vogliamo presentarvi bisogna però seguire il Maestrale (ammesso che stiate leggendo in Italia) e spostarsi a Nantes, nel nord ovest della Francia.
Qua ad attenderci troviamo le due figure che hanno dato origine alla nostra protagonista: il cantiere Aubin (oramai chiuso nel lontano 1980) e il progettista francese Philippe Harlé.
Avete capito di chi stiamo parlando?
Ma del Muscadet, ovviamente!
![](https://static.wixstatic.com/media/04b382_2655bb97306d48de8717416e8e7687bd~mv2.jpg/v1/fill/w_980,h_986,al_c,q_85,usm_0.66_1.00_0.01,enc_auto/04b382_2655bb97306d48de8717416e8e7687bd~mv2.jpg)
Una signorina arzilla che quest'anno ha tagliato la soglia dei 60 anni, e che per decenni ha dato il battesimo a innumerevoli velisti di tutta Europa.
Non fatevi però intimorire dall'anagrafe, perché questo piccolo monoscafo in compensato marino rimane tutt'oggi una delle barche accessibili migliori al mondo.
Basta due parole per descriverla:
Robustezza e navigabilità.
Parole che hanno fatto la fortuna di questo gioiellino dall'estetica rivoluzionaria.
Scafo a spigolo.
Murata alta.
Tuga a tutto baglio.
Un'abitabilità invidiabile tutt'oggi per una barca di poco più di 6 metri.
Sotto coperta, nonostante un'altezza discreta, conta una doppia cuccetta a proravia, un mobiletto sulla dritta che funge anche da tavolo da carteggio, un lavello e un cucinino a sinistra e per finire in bellezza anche altre due cuccette separate a poppavia, sotto il pozzetto.
Franck Joly, ex presidente dell'Association des proprietaires de Muscadet, ha addirittura affermato di aver incontrato una persona che l'ha usata come casa per ben 12 anni sul lago di Ginevra!
Inoltre, immersa nel blu, si presenta la sua chiglia, di tipo trapezoidale, giusto compromesso tra maneggevolezza e resistenza agli urti.
Oltre a questo, è una barca facilmente carrellabile, con un pescaggio che permette di avvicinarsi decisamente alle coste, essendo di solo 1.10 metri.
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Secondo bolina.it è possibile diventare armatori di un modello usato per una cifra che si aggira tra i 7000 € e i 12000 €, oltre ai costi di manutenzione a dir poco contenuti.
Però non fateci troppo il callo... Chi la possiede è fortunato e difficilmente si vorrà separare da questa signorina!
Ciononostante c'è comunque un lieto fine: dal 2019 il cantiere francese Brava ha deciso di prendere i disegni originali e di ricominciare a produrla! Non sono però noti i prezzi di un modello nuovo.
Si chiude qui la presentazione della prima di una lunga serie di barche accessibili, che mantengono vivissime ancora la nautica popolare, sia tra i lupi di mare che tra i giovani neofiti.
A seguito della foto finale, per chi avrà piacere, potrete trovare due ulteriori curiosità su questa piccola grande barca!
Dettagli tecnici:
Lunghezza fuori tutto - 6.40 m
Baglio massimo - 2.26 m
Pescaggio - 1.10 m
Dislocamento - 1250 kg
Velatura - 24.00 m²
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PS: Sapete cosa c'entra il Muscadet con Luca Rosetti?
Dovete sapere che nella prima edizione della Mini Transat (allora Transat 6.50) del 1977 una delle protagoniste indiscusse fu proprio il Muscadet, arrivata 2° e capitanata da un giovane Jean Luc Van De Heede.
Praticamente il progenitore degli attuali Mini 6.50, altro che barchino per il sottocosta!
PPS: il Muscadet all'epoca ha avuto anche un secondo cantiere costruttore. In Italia infatti fu prodotto dal Cantiere Sartini di Cervia, poi divenuto l'attuale Cantiere Navale De Cesari.
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