top of page

C'era una volta il Meteor

C'era una volta una piccola barca a vela.

Semplice.

Economica.

Marina.

Faceva quello per cui era nata e lo faceva bene.

C'era una volta il 1968.

Genova, Salone Nautico Internazionale.

Un allora giovane architetto olandese girovagava a caccia di fortuna con un progetto in mano.

Quel ragazzo si chiamava Ericus, Ericus Gerhardus Van De Stadt, e quella sua figlia, partorita da linee di grafite, nacque per scrivere la storia della nautica popolare italiana.

C'era una volta il Meteor.

C'era una volta... e c'è tuttora.


Copertina della brochure originale del Meteor, presa da digilander.libero.it

Per chi non lo sapesse, per tutti quei profani che stanno leggendo curiosi questo articolo, dovete sapere che andando per mare si possono trovare vari tipi di navigatori: ci sono i velisti, i motoristi, i gommonauti, i surfisti, i canoisti... e i meteoristi.

Essere armatori di un Meteor è una scelta non comune, perché le caratteristiche non la rende una barca comune, nonostante sia all'aspetto molto semplice.

Ma andiamo per gradi.


Che cos'è il Meteor?

Questo guscio di noce nasce da un'idea dell'architetto Van De Stadt, il quale lo possiamo considerare come uno dei padri fondatori della nautica popolare in Italia, un designer che coi suoi progetti andò a strappare quel pregiudizio elitario che circondava chi andava per mare.

Il Meteor infatti è uno sloop, ovvero una barca con un unico albero e un unico fiocco, che sin dalla nascita si presentò come una barca alla portata di tutte le tasche.

Nonostante questa caratteristica non da poco non fu scontato il suo successo, anche perché la barca è costruita in vetroresina e dovette superare all'epoca lo scetticismo legato a questo materiale.

Vedendo com'è andata poi, possiamo affermare che quella sfida l'ha superata alla grande.

Non è affatto raro infatti girare in banchina e poterne vedere uno, anche perché si contano circa 1500 unità prodotte dal 1968 e alle sue spalle è tuttora viva una folta ciurma di appassionati e armatori, riuniti sotto l'associazione Assometeor dal 1973.

Quest'ultima è senza fini di lucro e ha vari compiti, tra i quali promuovere la diffusione della barca, tutelare la forma originale vincolandone la costruzione e il controllo, organizzare numerose regate e rappresentare la Classe Meteor presso la Federazione Italiana Vela, che la riconobbe ufficialmente nel 1984.


Andiamo ora con la domanda di rito:

Per chi è indirizzato il Meteor?

Questa barca è letteralmente per tutti, che sia un neofita alle prime armi, un esperto regatante o un vagabondo dei mari.

Concetto sin da subito impresso nell'anima di questo piccolo natante, come ci ricorda la sua stessa associazione sul sito assometeor.it, in quanto venne presentato sul mercato come una barca "adatta al più provetto regatista come al più inesperto principiante".

Il minimo comune denominatore che associa ogni armatore di un Meteor, a prescindere dal suo utilizzo, è lo spirito di adattabilità.

Se è presente quello si può fare tutto, dalla più semplice uscita giornaliera in famiglia a rotte più impegnative e lunghe, pure in solitario.

Questa barca è ideale pure per chi ha voglia di sano agonismo in quanto è protagonista di numerose regate durante tutto l'anno ed essendo un monotipo, ovvero una barca che nel tempo ha mantenuto le sue caratteristiche originali, le probabilità di vittoria dipendono dalla bravura dell'equipaggio.


Le caratteristiche che dominano il Meteor sono sicuramente due: la semplicità, non solo estetica ma anche funzionale, e la navigabilità.

Sottocoperta, con un'altezza massima di 1.34 m, l'imbarcazione vanta solamente due panche, le quali si incontrano a prua formando uno spazio comune e raggiungono una distanza massima, che va a favore del pagliolo, di 60 cm.

In totale vengono contati 4 posti letto.

A livello di stivaggio c'è l'imbarazzo della scelta: generalmente troviamo due gavoni ampi per ogni panca, un altro dove è presente lo spazio comune e in più tutta la zona sotto il pozzetto.

Questa disposizione può variare ovviamente in base all'anno e al cantiere di produzione: le unità firmate NauticaLodi, il cantiere che l'ha prodotta negli ultimi 35 anni, presenta lo stivaggio sotto il pozzetto sia libero, sotto le sedute, che con un cassetto estraibile, il quale si colloca sotto il pagliolo esterno.

Sempre riguardo quelle più recenti, è presente anche un puntello che funge da proseguo dell'albero, in quanto questo non è passante, migliorando così le qualità meccanico-fisiche della barca.

Principalmente gli interni sono questi, puntello più puntello meno, anche se in un'intervista di qualche anno fa di Saily.it il cantiere lodigiano affermava la possibilità di porre un wc chimico all'interno, optional comunque pressoché introvabile nei vari modelli presenti sul mercato dell'usato.

Le differenze fra i Meteor di diverse "epoche" non sono finite qui e per poterle apprezzare bisogna uscire nel pozzetto.

Quest'ultimo, in confronto alle capacità del sottocoperta, è molto ampio, con una lunghezza di quasi 2 m e permette di ospitare un massimo di 6 persone in sicurezza.

Ciò che è cambiato nel tempo sono le sedute: nei modelli più datati lo spigolo è raccordato, mentre in quelli più recenti è rimasto vivo.

Inoltre possiamo trovare un ulteriore gavone nella seduta poppiera, presente in ogni unità, più due gavoni nelle sedute laterali, andati persi nei modelli più recenti.

Manovrarlo è semplice, come semplici (e complete) sono le disposizioni delle manovre, qualità che hanno dato terreno fertile alla diffusione del Meteor nelle scuole vela rendendolo la prima barca per molti velisti, alcuni divenuti poi affermati campioni.

La semplicità di manovra è data anche dall'armo in testa d'albero, tipologia solida, robusta e meno dispendiosa a livello di fatica, ideale per navigare in diverse condizioni meteomarine. Questa scelta rende inoltre il Meteor l'unico monotipo ad adottarla a bordo.


Uno spaccato nella brochure originale del Meteor, preso da digilander.libero.it

Per quanto riguarda la navigabilità questa piccolina vanta l'appellativo di essere una barca "marina", per cui sicura ma al contempo veloce, ovviamente in relazione alle sue dimensioni e, nonostante l'età dei disegni, le linee d'acqua si dimostrano ancora validissime.

Nonostante sia nata molti anni prima della marcatura CE (cliccare qui per leggere l'articolo dedicato) la sua categoria di progettazione è la C.

La sicurezza viene garantita inoltre dalla presenza della deriva a bulbo in ghisa, che garantisce un'ottima resistenza, un ridotto pescaggio (0.98 m) e poca resistenza alla manovra, e da zone stagne sia a prua che a poppa che ne garantiscono, secondo i parametri di valutazione del Lloyd's Register (faremo un articolo al riguardo), l'inaffondabilità.

Queste qualità hanno permesso al Meteor di essere letteralmente una barca per tutti, venendo scelta pure da persone con disabilità, come ad esempio velisti non vedenti!


Per finire, questo natante pesa solamente 770 kg ed è facilmente carrellabile.


Ma quanto costa?

Dal 1969, anno in cui fu ufficialmente presentato al Salone Nautico Internazionale di Genova, il Meteor è stato prodotto da vari cantieri: il primo fu la Sipla, nato solamente 8 anni prima a Forlì, e divenuto poi l'attuale Comar, il secondo fu Nauticaluino, seguito dopo qualche anno da Nauticalodi e infine, a partire dal 1° luglio 2023, dalla TecnoMeteor.

Ad oggi il prezzo dell'usato parte addirittura da 1500€ e supera a fatica i 10000€ per unità più sportive, con attrezzature professionali incluse e tenute perfettamente.

Tuttavia da quest'anno anche alcune imbarcazioni in vetroresina sono state insignite di valore storico e riconosciute come "classic boats" e tra queste risulta esserci proprio il Meteor!

Un riconoscimento strameritato per colei che detiene il record mondiale di cabinato di serie più longevo della storia, essendo in costruzione ininterrotta da ben 55 anni.

Riconoscimento che potrebbe però far variare il prezzo dell'usato in futuro.

Per i modelli nuovi va invece contattato la TecnoMeteor, in quanto ad oggi non sono stati resi pubblici, ma se facciamo riferimento alla NauticaLodi l'imbarcazione senza vele costava 13800€ per la versione standard, 16000€ per quella con attrezzatura da regata e 12700€ senza alcuna attrezzatura.


Difficile quindi trovare un natante che rispetti di più i canoni della nautica "popolare" del Meteor.

Una barca piccola e versatile che oltre all'aspetto economico ne testimona la filosofia, il voler regalarsi emozioni sospinte dal vento con pochi spicci, qualche sacrificio ma con gli occhi che brillano del blu del mare.


E come ogni "c'era una volta", vissero tutti, armatori e barche, felici, bagnati e contenti.


Dettagli tecnici:

Lunghezza fuori tutto - 6.00 m

Baglio massimo - 2.13 m

Pescaggio - 0.98 m

Dislocamento - 770 kg

Velatura - 21.55 m²


Acquerello di un Meteor del fumettista Davide Besana


0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Comments


bottom of page